Prima di tornare in Europa dall’Australia mi sarei tatuata la parola “freedom” sulla schiena insieme a delle ali, anzi quell’idea di leggerezza l’avrei incisa volentieri sulla pelle, da me, per ricordarmi che lontano sono stata veramente libera.
Tornare in Europa non era un mio life goal, non mi interessava affatto e avrei continuato a vivere dall’altra parte del mondo più che volentieri.
L’Australia la sentivo casa mia.
Se poi torno indietro con la memoria ai tempi del mio master in Italia mi ricordo un pranzo con i miei colleghi, tutti italiani.
Uno di questi, un ragazzo che aveva studiato economia, iniziò a parlare della comunità Europea.
Lui non vi vedeva alcun vantaggio.
A me quel discorso stonava un poco ma mi veniva solo da dire: “Ma dai, non dobbiamo cambiare i soldi e possiamo viaggiare con la carta di identità ”.
Argomenti un pochino deboli, no?
Dopo aver vissuto in Scozia invece ho capito che l’Europa è stata la mia salvezza.
Mi ha accolta, facendomi camminare da cittadina dal primo giorno, dandomi gli strumenti per ricominciare la mia vita.
Qui in Scozia ho studiato gratuitamente in una università che non avrei mai potuto sognare, senza dover pagare 40.000 dollari australiani l’anno per avere lo stesso titolo.
Qui sono stata curata altrettanto gratuitamente, senza dover sottoscrivere una di quelle assicurazioni che mi avrebbero portato via un mucchio di soldi, mensilmente.
Qui ho potuto lavorare senza limiti, senza bisogno di visto alcuno, sentendomi alla pari degli altri quando altrove, a causa della mia cittadinanza, non mi consideravano neanche per friggere le patatine al mc donalds.
Qui ho aperto la mia partita iva ed iniziato a lavorare senza preoccuparmi troppo delle tasse, sapendo già quanto mi sarebbe entrato in tasca di ogni pound guadagnato.
Qui ho potuto essere me, sentirmi meno un’immigrata e più una risorsa.
Qui ho ricominciato a visitare paesi prendendo un semplice volo di due ore.
Da qui sono potuta tornate in Italia per stringere i pezzi del mio cuore, anche quattro volte l’anno.
La Gran Bretagna abbandona questo sogno.
Ed in tanti non capiranno né sapranno mai cosa davvero l’Europa voglia dire né come ci si senta a percorrerne le strade da cittadini.
Non è solo poter volare con la carta di identità , è molto altro.
A me ha cambiato la vita.
Serena, Scozia
Serena ha collaborato con Amiche di Fuso dal 2014 al 2018 e continua a scrivere per facciocomemipare.com
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Sottoscrivo tantissimo. Non nutro nessuna speranza di comprensione per chi pensa che l’Unione Europea sia una cosa negativa.
Temo che questo pregiudizio venga dagli stessi che dicono “a casa loro”.
Ma io per prima a casa mia non ci staro’ mai.
Dovrebbero leggere in molti queste parole…
Dovrebbero viverla in molti, l’Europa. 🙂
Bellissimo e verissimo post, frutto di un’esperienza vissuta con spirito critico e capacità di discernimento, senza pregiudizi
Grazie!
Ti ho sempre letto un sacco di quando parlavi dell’Australia, che per me – che vivo in Islanda – è decisamente too far away. Sembrava comunque un posto stupendo in cui vivere.
Sono abituata a viaggiare e a vivere all’estero, non immagino di tornare stabilmente in Italia almeno per qualche anno. Però l’Europa, davvero, non me la sentirei mai di lasciarla, per nessun altro continente credo (Sudamerica? Mmm…).
E’ bello leggerti finalmente contenta della Vecchia Europa, che non è il paradiso ed è piena di difetti, vero, ma che ti regala una libertà che non ha eguali, e su questo hai davvero ragione.
In Europa e’ (sempre difficile ma) piu’ semplice e non si puo’ dare per scontata tanta generosita’. 🙂
Bel post! Conciso, breve e “succoso”!Grazie come sempre per il tuo punto di vista!
Grazie a te!
Ciao, vivo in una Londra ormai rassegnata a uscire dall’Unione Europea e sono convinta, come ha detto qualcuno, che la UE sia uno dei miracoli peggio pubblicizzati di sempre. Trovo che il tuo post sia una boccata di aria fresca, grazie!
Credo tu abbia ragione.
Grazie Anna!
Già .
Ed è anche vero che la si apprezza di più solo dopo essere stati “fuori” e aver toccato con mano quanto sia stato reso possibile dall’Unione Europea e che altrove è semplicemente impensabile.
Un abbraccio!
Sono concorde, credo davvero che senza l’esperienza Australiana non avrei capito appieno questa.
Un abbraccio a te! 🙂